Roma, Eterna

Roma non è sempre stata la mia città.

Ci sono capitata per caso dopo tanti anni di girovagare.

No scherzo non è andata proprio così, amavo Roma era la città di una parte della mia infanzia e dopo un trasferimento a Treviso ci tornai da giovane sedicenne piena di entusiasmo ed un peso nel cuore.

Prendemmo casa fuori Roma, e la mia scuola si trovava a Re di Roma.

In estate dovetti imparare il Francese, e prima che iniziassero le lezioni dovevo sostenere un esame, avendo io studiato il Tedesco.

Ricordo che quel giorno, per me, fu la prima volta che affrontai Roma da sola.

Uscii da scuola finito l’esame scritto e mi incamminai per Via Appia Nuova verso San Giovanni.

Non volevo prendere la metro ed arrivare in centro direttamente, volevo essere accolta dalla città lentamente perché troppe emozioni in quel periodo mi avrebbero potuta far fuori.

Camminavo lentamente verso San Giovanni ed arrivai così alla Basilica, entrai e rimasi qualche minuto seduta.

Decisi di proseguire verso il centro ed intravedevo il Colosseo da Via di San Giovanni in Laterano.

Così entrai nella strada e trovai una piccola piadineria con un giardinetto interno dove decisi di mangiare, da allora ogni volta che sono in zona ci torno.

Arrivata al Colosseo ero emozionata, era una fresca giornata di settembre, ancora c’era un sole bellissimo ed era pieno di turisti, la cosa più bella che ricordo è che non avendo una macchina fotografica usai la mia testa e ho fotografato quel momento e quella giornata che sento viva come se fosse ieri.

Proseguii verso Via di Fori Imperiali, ancora oggi passando di lì mi sembra di fare un ingresso trionfale in città.

Mi fermai, e rimasi ad osservare le antiche rovine romane lungo la via, incantata e pensierosa.

Pensai quanto deve essere emozionante per un turista che non ha mai visto Roma arrivare in una città come questa, un po’ come è stato per me visitare Parigi, ma io ho già visto Roma quindi l’emozione non è amplificata, e non posso capire bene cosa voglia dire.

Proseguii così verso Piazza Venezia, il Milite Ignoto, resti e Chiese alla mia destra.

Decisi poi di non prendere la convenzionale via del Corso ma girai a destra e persa tra i vicoletti arrivai alla Fontana di Trevi.

Presi un gelato e mi sedetti proprio di fronte alla Fontana osservando le orde di turisti emozionati che lanciavano monetine.

Da lì decisa a perdermi per i vicoli arrivai al Pantheon passando per stradine che nemmeno ricordo ma non ha importanza quale fosse poiché Roma è bella viverla così persi per i vicoletti.

Dal Pantheon, poi arrivai a Piazza Navona e da lì passando per antiche botteghe e negozietti di antiquariato arrivai al Palazzaccio.

Ormai era pomeriggio e non tornai indietro da dove ero venuta, feci il Lungo Tevere che a quell’ora era incantevole, come se il tempo si fosse fermato.

 Tagliai per l’Ara Pacis svoltai a sinistra per Piazza del Popolo e decisi che avrei preso la metro da Piazza di Spagna.

Prima però volevo godere ancora un po’ della città, presi un caffè a portar via e rimasi sulle scalinate, tutti camminavano, salivano, scendevano, fotografavano, a me sembrava di esser immobile insieme alla città.

Arrivò l’ora del tramonto.

Ero al posto giusto nel momento giusto. L’alto di Trinità dei Monti.

Dopo tante emozioni che Roma mi aveva regalato era ora di tornare a casa.

Dire che avevo fatto due passi era quanto di più si avvicinasse alla realtà.

Successivamente Roma l’ho vissuta così, perdendomi tra le strade, sono stata al Giardino degli Aranci ed al Buco di Roma per un tramonto, a Monte Mario, ho passato le sere a Piazza Bologna a Testaccio, all’Eur, sono stata sui Castelli Romani da Nemi al Lago di Castel Gandolfo per mangiare ogni prelibatezza, Piazza Sempione per un cornetto notturno, ho vagato entrando in ogni Museo della città che vale la pena visitare, tra cui il Chiostro del Bramante che rimane il mio luogo preferito dove vedere una mostra, ho seguito la messa a Piazza San Pietro, ho percorso Via Appia Antica con lo stereo a palla cantando a squarciagola con gli amici per andare a Fregene, una corsa al Parco degli Acquedotti dove sono cresciuta e al Parco della Caffarella, ho passeggiato per Villa Ada, Villa Torlonia, ho preso una cioccolata calda a Prati, ho cercato teatri piccoli e sconosciuti in giro per Trastevere ,ho seguito le mode al Pigneto e a Monti , e ho preso mille birre a Ponte Milvio o Campo de’Fiori..

Ancora oggi, quando uscendo da Via di Cola di Rienzo osservo il Lungo Tevere, o passo un pomeriggio al Pincio, oppure le sere a Trastevere o sono ferma sul Muro Torto bloccata nel traffico, per quanto Roma ed io da allora siamo cambiate molto, penso a quel pomeriggio ed ho un senso di pace.

Perché Roma, la città Eterna per quanto ti faccia alzare alle cinque del mattino per non trovare traffico o ti costringa ore ferma nel traffico per rientrare a casa, rendendo la tua giornata un po’ eterna, ti entra nel cuore e alla difficile domanda:

Di dove sei? Alla fine, rispondere: Roma, non è così male.