Parco dei Mostri a Bomarzo, una bella zingarata e due pappardelle al cinghiale.

Innamorati del film “Amici miei” dopo una settimana di lavoro e libri non vedevamo l’ora di una bella zingarata.

Avevamo deciso di non muoverci troppo, dovevamo svegliarci presto il lunedì e così abbiamo deciso di passare una domenica spensierati al Parco dei Mostri.

Impostiamo Bomarzo sul navigatore ed iniziamo a cantare a squarciagola, si perché in perfetto stile zingaro in settimana mi hanno rubato lo stereo dalla macchina.

Tra “Una donna per amico” e “Perdere l’amore” ci avviamo verso Viterbo .

Lo spettacolo della campagna fuori Roma è unico, sicuramente non ci si sente ingolfati nello smog ma soprattutto bisogna solo uscire dalla città per rigenerarsi un pò.

Arriviamo e ci sembra stranissimo trovare immediatamente un parcheggio figuriamoci raccogliere tutte quelle castagne cadute dagli alberi da portare a casa.

Infiliamo in macchina il “bottino” ed entriamo.

L’ingresso costa 10 euro, con gli sconti 5euro, e ovviamente non per gli studenti, ma solo per scolaresche e bambini (come se gli studenti non fossero anch'essi mantenuti e per altro non più da genitori giovani ed entusiasti come i bambini!)

 

Cosa fare al Parco dei Mostri, chiamato anche “Sacro Bosco” di Bomarzo:

  • per prima cosa, cercare di capire la cartina

  • e poi fare foto , tante, tantissime foto.

     

     

Il Parco è antico,1550, ed è abitato da questi “Mostri” che non sono altro che sculture in peperino, fu ideato da Vicino Orsini che si dice abiti ancora il Parco come fantasma.

Ectoplasmi non li abbiamo visti ma sicuramente le sculture sono molto caratteristiche e, considerato il tempo passato, tenute benissimo.

Molte rappresentano figure mitologiche ed alcune allusive, sicuramente merita farci un salto, si gira in poco tempo,per una passeggiata al fresco e, se si ha voglia di una giornata diversa vicino Roma, è l'ideale.

Non abbiamo approfittato dell’aria picnic:

“Amore non ci abbiamo pensato, guarda che aria pic- nic enorme, potevamo portare dei panini”

“Ma quali panini, da questa parte si mangiano delle pappardelle al cinghiale casarecce che sono la fine del mondo”

Ed aveva ragione.

Mai risposta fu più azzeccata: siamo andati a Chia “città cara a Pier Paolo Pasolini” e ci siamo fermati nella piazza centrale del paese per un piatto di pappardelle al cinghiale, e tagliolini ai funghi porcini rigeneranti.

Poco abbiam girato per Chia tra le case che si mantengono ancora “come una volta”, ma quel poco per rilassarci nella pace del silenzio di quelle mura, capendo perfettamente cosa voleva dire Pasolini in un intervista rilasciata proprio qui:

“Le cose essenziali, nuove, da costruire, non dovrebbero essere messe addosso al vecchio. Tutto ha un valore”.

 Drago,Parco dei Mostri, Bomarzo


 Cartina del Parco dei Mostri